Ogni qual volta che digitiamo su un motore di ricerca un prodotto che ci interessa e che vorremmo acquistare, poco dopo siamo inondati da banner e pop-up. Dal punto di vista del marketing, lo scopo di un banner è paragonabile a quello di un tradizionale sistema di pubblicità: fornisce agli utenti delle specifiche informazioni a proposito di un servizio o di un prodotto. Il vantaggio più importante è che i risultati di una campagna pubblicitaria di questo tipo possono essere misurati, quantificati e valutati in tempo reale. Concetto fondamentale è dunque quello di Business Intelligence.
Il retail, soprattutto l’e-commerce, si sta orientando sempre di più verso questa direzione: l’obiettivo è quello di estrapolare dati per compiere delle analisi, anche predittive, al fine di articolare offerte personalizzate ed efficaci, ma anche di garantire un adeguato approvvigionamento di quei prodotti che la clientela richiede maggiormente.
Il tutto avviene attraverso la Business Intelligence, che analizza i diversi dati d’acquisto e le reazioni/commenti sui social media i quali sono, in questo senso, grossi contenitori di informazioni, il tutto al fine di comprendere in modo specifico le caratteristiche della domanda e anticiparla.
I vantaggi sono diversi, sia per il retailer sia per l’acquirente: aumento della produttività, un maggior coinvolgimento dei clienti, una maggiore comprensione e innovazione del mercato. Un sistema, dunque, che “comunica”, in un’era in cui l’informazione, il dato, è alla base di ogni strategia di marketing e di vendita.
Negli stores fisici strategie di marketing innovative e tecnologiche sono del tutto assenti, soprattutto se si parla di BI. Il grande timore, negli ultimi anni, è rappresentato dai grandi colossi del web che permettono il tutto a portata di click. Ma non serve rassegnarsi, perché la vendita al dettaglio offre numerose possibilità e un aspetto fondamentale totalmente assente nell’e-commerce: i rapporti interpersonali. Occorre compiere una riflessione, dunque, e cercare di capire come migliorare e personalizzare l’esperienza in-store. In che modo? Attraverso i dati e le informazioni fornite dai consumatori: uno smart retail è un’attività commerciale che apre le porte alla tecnologia, che usa la Big Data Analytics per estrarre informazioni, analizzarle e soddisfare le vendite.
Ad oggi, integrando la tecnologia, è possibile monitorare il flusso dei clienti in ingresso nello store, inviando direttamente ai loro dispositivi eventuali offerte del momento piuttosto che informazioni di servizio quali i tempi di coda in cassa, la quantità di merce a disposizione ed altre utilità volte ad integrare e a rendere più coinvolgente l’esperienza all’interno dello store. I beacon, per esempio, sono dei piccolissimi dispositivi che utilizzano le connessioni bluetooth e inviano notifiche ai clienti che si avvicinano ai negozi. Il grande beneficio dei beacon è che migliorano la user experience in modo davvero decisivo. Allo stesso tempo i negozianti sono informati sulle abitudini di acquisto dei clienti, e questo può aiutarli ad affinare le tecniche di vendita.
In altre parole, le tecnologie e i dispositivi Internet of Things (sensori e device elettronici) non solo hanno contribuito ad aumentare le vendite all’interno dei negozi ma anche a migliorare l’esperienza di customer care e a gestire meglio inventari e magazzini. Prodotti di qualità maggiore, selezionati appositamente sulla base della richiesta del cliente: anche questo è un beneficio apportato dall’IoT.
È necessario un upgrade tecnologico poiché viviamo in un’era che corre, che comunica, nella quale, alla base del nuovo business, vi è lo scambio di informazioni che, metaforicamente, rappresentano e sostituiscono la moneta.